La salsa di soia (shoyu in cinese) è ottenuta dalla fermentazione della soia con grano, acqua e sale. È conosciuta in Oriente fin dall’antichità ma arriva in Europa solo nel XVIII secolo alla corte di Luigi XV di Francia. Oggi la salsa di soia si trova in tutti i supermercati e viene utilizzata più frequentemente in cucina rispetto ad una decina di anni fa. La salsa shoyu è molto ricca di antiossidanti (10 volte di più rispetto al vino rosso) e perciò è consigliata da nutrizionisti e dietisti; va considerata la presenza del sale che non deve essere sottovalutata in soggetti che devono seguire diete iposodiche. Quello che colpisce della salsa di soia è la sua versatilità in cucina: molti piatti tipici delle cucine dell’Estremo Oriente prevedono di essere intinti nella salsa di soia, mentre altri ancora vengono insaporiti durante la cottura (sia carne che pesce che spaghetti o riso). La salsa di soia viene spesso utilizzata come base per la preparazione di salse o creme salate. Una curiosità: il gusto umami (termine giapponese che significa saporito) che è stato riconosciuto come uno dei gusti che può captare la nostra lingua (oltre a dolce, salato, amaro e aspro) si riferisce proprio al sapore della salsa di soia.